Induratio Penis Plastica
Purtroppo in alcuni pazienti l’IPP interferisce con i meccanismi dell’erezione. In questi casi la correzione dell’incurvamento non influirà significativamente sulla funzionalità erettiva. Nella programmazione dell’intervento bisognerà tenere conto di questo sintomo e dovrà esser presa in considerazione la possibilità di impiantare contestualmente una protesi peniena.
Negli anni i trattamenti chirurgici della IPP sono molto evoluti. Esistono interventi che prevedono un accorciamento del pene ed interventi che possono addirittura aumentarne la lunghezza. Gli interventi che conservano o aumentano la lunghezza del pene prevedono tuttavia una maggiore invasività chirurgica e possono compromettere la funzionalità erettile. Se le dimensioni del pene e il grado di incurvamento lo consentono gli interventi che correggono l’incurvamento del pene accorciandolo possono meglio conservare la funzionalità erettiva. Purtroppo più è grave l’incurvamento più correggerlo significa accorciare il pene quindi tali interventi non sono sempre indicati. Non esiste l’intervento giusto per tutti i pazienti, esistono molti interventi, e la tecnica chirurgica deve esser scelta in base alle caratteristiche del paziente. E’ quindi necessario rivolgersi ad un andrologo-chirurgo esperto, che conosca le procedure e possa consigliare il paziente tenendo conto dei vantaggi e degli svantaggi delle attuali tecniche chirurgiche.
Il paziente che si reca dal medico per eseguire una visita per IPP deve portare con se delle fotografie del pene eretto, sui 3 piani dello spazio. Questo consentirà al medico di oggettivare l’incurvamento e programmare il trattamento adeguato.
La vitamina E rappresenta uno dei primi farmaci proposti per il trattamento della IPP. In passato si credeva che l’effetto antiossidante della Vitamina E fosse in grado di arrestare o arrestare la formazione della placca. Oggi è stato dimostrato che la Vitamina E non è in grado di agire sulla malattia, ed i trattamenti non chirurgici che sembrano esser utili all’arresto della patologia sono il POTABA, e le terapie fisiche dell’IPP.
Disfunzione erettile
Attualmente il diritto alla salute sessuale è un argomento discusso e non sempre accettato, la terapia inittiva con aprostadil viene garantita gratuitamente sal SSN solo ai pazienti con disfunzione erettile da lesioni permanenti e complete del midollo spinale o del plesso pelvico iatrogene (chirurgia), traumatiche o in ammatorie/degenerative. Mentre la terapia orale con inibitori della PDE5 (sildenafil, tadalafil, vardenafil, avanafil) a carico del SSN è limitata ai pazienti con disfunzione erettile da danno transitorio o parziale del midollo spinale o del plesso pelvico secondo un piano terapeutico specialistico (andrologo, endocrinologo, neurologo)
Riducendo i fattori di rischio delle patologie cardiovascolarei, mantendendo un peso corporio stabile , con una dieta sana, abbandonando l’aditudine del fumo, bevendomeno alcol, controllando il colesterolo e la pressione arteriosa e facendo attività sica si riducono i fattori di rischio che causano la DE
No. La DE non deve necessariamente essere presente nella terza età. È vero che un uomo anziano possa aver bisogno di una stimolazione sessuale maggiore per raggiungere una erezione, non bisognerebbe mai rinunciare a godere di una vita sana sessuale.
Vi sono diversi metodi per trattare la DE: terapia orale, terapia sessuologica, terapia iniettiva, terapia chirurgica. Orni tipo di trattamento ha vantaggi e svantaggi. La scelta della terapia deve essere guidata da personale medico esperto e qualificato.
Farmaci come sildenafil (Viagra) , Tadalafill (Cialis), Vardenafill (Levitra), ed Avanafil (Spedra), nella maggior parte dei casi sono e caci nel trattamento della DE a fronte di scarsi effetti collaterali.
La disfunzione erettile, anche chiamata DE, è la ricorrente o persistente incapacità di ottenere e/o mantenere un’erezione tale da consentire rapporti sessuali soddisfacenti.
Tumore del testicolo
Certamente. Bisogna infatti escludere la presenza di un tumore del testicolo. È necessario infatti effettuare un prelievo del sangue per dosare alcuni markers tumorali ed effettuare inoltre un Ecografia Scrotale. In ogni caso, sarebbe opportuno recarsi dall’andrologo.
MI HANNO RECENTEMENTE DIAGNOSTICATO ED ASPORTATO UN SEMINOMA DEL TESTICOLO. DOVRO’ FARE CHEMITERAPIA
Nella maggior parte dei casi il seminoma del testicolo non necessita dell’uso della chemioterapia se i markers tumorali non sono elevati e se non sono presenti fattori patologici considerati sfavorevoli. In questi casi invece può essere necessario effettuare un ciclo di chemioterapia che viene generalmente ben tollerata ed associata con una prognosi eccellente.
Generalmente è consigliabile effettuare una criopreservazione del liquido seminale qualora interessato ad una paternità.
Fimosi
Si, la tensione data dall’erezione e dal rapporto sessuale possono causare una lacerazione della cute intorno all’anello di pelle fimotico.
La circoncisione porta ad avere un continuo contatto del glande con l’esterno, nei primi giorni dopo l’intervento questo può essere parzialmente fastidioso proprio perché non si era abituati a farlo. Si arriva ben presto a prendere confidenza con questa nuova situazione e anche il rapporto sessuale può trarne beneficio. Il discorso non vale per coloro che decidono di sottoporsi a circoncisione per puri motivi estetici in quanto la loro capacità di scoprire il glande è sempre stata normale.
Se ha difficoltà a scoprire il glande abbassando il prepuzio e/o ha dolore durante l’erezione per la tensione del prepuzio sul glande, è probabile che soffra di fimosi.
Priapismo
Si. Poiche si è sottoposti a traumi o microtraumi ripetuti a livello della zona perineale, favorenzo la formazione di fistola o la lesione dell’arteria cavernosa. Solitamente si tratta di priapismo non ischemico.
Il priapismo si può curare, ma bisogna recarsi subito al pronto soccorso , il fattore tempo è molto importante per evitare danni permanenti.
Si. C’è un rischio di priapismo. Sebbene il rischio era maggiore in passato con l’utilizzo della papaverina. Attualmente esiste un rischio di priapismo legato all’alprostadil è dello 0.4%.