Eiaculazione precoce
Eiaculazione precoce: di che cosa si tratta?
L’eiaculazione precoce è una condizione sanitaria, molto diffusa, che si manifesta come una persistente difficoltà nel procrastinare volontariamente il riflesso eiaculatorio, determinando una precoce conclusione del rapporto, con conseguente frustrazione del paziente e della/del partner.
Una precocità eiaculatoria può essere caratteristica del soggetto giovane, alle prime esperienze, tendendo a regredire via via grazie alla maggiore esperienza nei rapporti sessuali.
Si configura invece come una vera disfunzione sessuale quando la precocità persista e si mantenga costante negli anni, anche in età adulta, indipendentemente dalla/dal partner e dalle situazioni ambientali (queste forme si definiscono “life-long”).
Situazione diversa è quella che riguarda tutti quei soggetti che, dopo anni di rapporti soddisfacenti, con tempi eiaculatori normali, iniziano a manifestare una progressiva incapacità di controllo: queste forme di eiaculazione precoce si definiscono “acquisite” o “situazionali” e, in questi casi, l’origine del problema può essere collegato a patologie insorte nell’area uro-genitale (infiammazione prostatica, disfunzione erettile) oppure a situazioni non strettamente connesse alla sfera sessuale (disturbi relazionali e/o psicologici) che determinano nel paziente una progressiva perdita di fiducia verso la propria capacità di mantenere l’erezione per tutta la durata del rapporto sessuale.
Attualmente viene considerato come “eiaculatore precoce” un uomo che non riesca a dilazionare l’eiaculazione oltre il minuto successivo all’introduzione del pene in vagina.
Eiaculazione precoce: quali sono i tempi normali e quelli da tenere monitorati?
Quali sono i normali tempi eiaculatori?
I tempi di un rapporto possono essere molto variabili, anche all’interno della stessa coppia ed è importante sottolineare come per una corretta diagnosi di Eiaculazione Precoce non sia sufficiente l’aspetto del tempo ma piuttosto sia importante il vissuto del paziente e della coppia. In questo senso, aspetti rilevanti sono la sensazione di “mancato controllo” vissuta dal paziente e la condizione di frustrazione, stress e disagio che inevitabilmente colpisce la coppia.
E’ quindi di estrema importanza condurre un’accurata indagine anamnestica, che consenta di conoscere le modalità di esordio e la durata dell’EP, le diverse condizioni in cui si manifesta, il grado di controllo sull’eiaculazione percepito dal paziente, le eventuali problematiche concomitanti ma, soprattutto valuti il grado di disagio che questa disfunzione sessuale determina per il paziente e per la partner.
Il trattamento dell’eiaculazione precoce deve porsi come obiettivo quello di prevenire le conseguenze negative sul paziente, consentendogli di acquisire un più efficace controllo sull’eiaculazione, migliorando la soddisfazione sessuale della coppia.
Qualora possibile, andrebbe sempre ricercato il coinvolgimento di entrambi i partners nel percorso terapeutico.
Eiaculazione precoce: opzioni terapeutiche
Per quanto riguarda le opzioni terapeutiche, va sottolineato come l’associazione tra farmaci e psico-terapia mansionale sia la soluzione che offre i migliori risultati.
La forma di trattamento più “antica” e tradizionale consiste nel ridurre la sensibilità del glande, ottenendo così un allungamento dei tempi eiaculatori senza interferire sulla qualità orgasmica. Naturalmente questa soluzione risulta efficace nei casi in cui si configuri un’ipersensibilità del glande e dell’area genitale e, allo scopo, si possono utilizzare creme o spray a base di anestetici locali. Possono avere un ruolo anche i cosiddetti profilattici “ritardanti”.
Se, da un lato, questo approccio presenta alcuni indubbi vantaggi (semplice utilizzo, totale assenza di effetti sistemici, costo limitato) dall’altro soffre limiti legati alla difficoltà di quantificare la dose ideale di prodotto anestetico e di assicurarne la distribuzione omogenea sul glande. Inoltre la laboriosità della preparazione penalizza la spontaneità dell’approccio sessuale; infine è importante sottolineare come sia sempre consigliato l’utilizzo del profilattico.
Di recente commercializzazione, in questo settore farmacologico, il Fortacin, uno spray costituito dall’associazione di 2 anestetici locali (Lidocaina e Prilocaina) che, grazie ad una miscelazione ideale (“eutettica”) garantisce una migliore aderenza al sito di applicazione, ottimizzando la penetrazione dei componenti e accelerando i tempi d’azione.
Dal punto di vista fisiologico, l’eiaculazione è un riflesso coordinato da un gruppo di cellule localizzate nel midollo spinale (centro spinale generatore dell’eiaculazione) ed è controllato da centri cerebrali superiori. Il principale mediatore della trasmissione dei segnali dai centri superiori verso la periferia è la Serotonina, che attraverso le vie serotoninergiche media i segnali che dal cervello regolano l’eiaculazione: livelli aumentati di serotonina nel SNC hanno dimostrato di ritardare l’eiaculazione.
Pertanto, da molti anni, si utilizzano farmaci capaci di inibire il riassorbimento della Serotonina, aumentandone così la presenza a livello sia centrale sia periferico. A questo scopo, in passato, venivano diffusamente utilizzati i farmaci antidepressivi.
Tra le diverse molecole disponibili la Paroxetina sembrava presentare il profilo migliore. Successivamente, è stato reso disponibile sul mercato anche un farmaco ideato per il trattamento “al bisogno” dell’eiaculazione precoce (Dapoxetina), studiato per evitare la necessità di un’assunzione cronica di medicinali destinati ad altri scopi (antidepressivi).
La Dapoxetina, si è purtroppo dimostrata non del tutto efficace nel migliorare i tempi eiaculatori e presenta una serie di effetti collaterali non gravi ma fastidiosi (nausea, vertigini, cefalea, diarrea) oltre a essere controindicato in associazione ad alcoolici.
In effetti, la terapia con questo tipo di farmaci (inibitori del riassorbimento della Serotonina) raggiunge la massima efficacia quando somministrata su base cronica, quotidiana e non quando venga assunta “al bisogno” immediatamente prima del rapporto sessuale. È necessario un periodo medio di circa 2-3 settimane prima di ottenere il massimo beneficio terapeutico; gli effetti collaterali, con questa modalità di somministrazione, si manifestano generalmente in forma lieve e solo durante la prima settimana di assunzione, per poi ridursi, fino a scomparire. Particolare cautela, in questi casi, deve essere riservata alla modalità di sospensione della terapia, per l’elevato rischio di sviluppo di una sindrome da astinenza.
Limite condiviso dalla terapia farmacologica in cronico, la ricomparsa progressiva della precocità eiaculatoria dopo la sospensione della terapia.
Come già sottolineato, infatti, l’approccio ideale al trattamento dell’eiaculazione è rappresentato dall’associazione tra i farmaci e la “terapia mansionale-comportamentale” che deve essere impostata e seguita da psico-sessuologi esperti. Lo scopo di questo percorso è quello di condurre il paziente e la coppia verso una più approfondita conoscenza del proprio corpo, attraverso una serie di gesti ed esercizi, da eseguire prima e durante il rapporto. A questa sorta di “yoga sessuale” si affianca generalmente un percorso psico-sessuologico tradizionale.
L’obiettivo finale sarà quello di consentire un progressivo “svezzamento” del paziente dai farmaci, grazie ad un più consapevole ed evoluto approccio alla propria vita sessuale.